
Il mio primo (breve) intervento del 2017 su questo blog è dedicato al CIBO.
Lo so che state pensando: “Dopo tutto quello che abbiamo ingurgitato in queste feste?”. Sì, colgo la palla al balzo o metto il dito nella piaga. Non lo so.
Scherzi a parte, voglio aprire in bellezza questo nuovo anno, condividendo con voi una TED talk che considero un gioiellino divulgativo sul connubio tra alimentazione, cultura e ricerca. L’autore è un BIG della ricerca scientifica che è dietro lo sviluppo di alimenti innovativi, il prof. Vincenzo Fogliano, che dirige il gruppo di Food Quality & Design alla Wageningen University, autore di circa 270 pubblicazioni e tra gli scienziati italiani più rinomati e conosciuti.
Beh, in Italia, così come in tanti altri paesi mediterranei e non, abbiamo una cultura del cibo forte, che rispettiamo e di cui siamo orgogliosi. Tant’è vero che il nostro cibo è imitato in tutto il mondo. Potrà pur essere scopiazzato (molto spesso malissimo) ma la cultura che quel cibo lo ha partorito, fatto evolvere e di cui ne è espressione è assolutamente inimitabile. Lo sa benissimo chi, come me, vive all’estero. Farsi largo tra pizze congelate Pizza di Mama ai Pepperoni, sughi pronti alla carbonara e frappuccini vari non è cosa semplice.
Bene, il tema dell’EXPO 2015 di Milano è stato “Nutrire il pianeta”, in onore alla sfida globale di riuscire a sfamare una popolazione mondiale in crescita e che toccherà i 9 miliardi di individui entro il 2050.
Nutrire. Ma siamo sicuri che vorremmo semplicemente esser nutriti? Che ne sarà del piacere che ci accompagna tra una forchettata e l’altra? Che ne sarà della cultura culinaria di ogni paese? Come ci ricorda Fogliano, il rischio è che a fronte dell’approvvigionamento di cibo ad una crescente popolazione mondiale, una dieta globale, dove tutti più o meno mangeremo le stesse cose, prevarrà sulle realtà culinarie locali e sulla diversità di pietanze che rendono le cucine nazionali più o meno variegate. Dunque, la ricerca sta prendendo in considerazione la cultura di cui il cibo è espressione?
Sappiamo benissimo che non è solo vero che mangiamo per vivere ma viviamo anche per mangiare.
Allora che fare?
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Commenti
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Grazie per il tuo commento Pietro!
Hai ragione, non si può pretendere di mangiare sempre piatti di alta cucina. Credo, però, che dovremmo essere sempre un minimo attenti a ciò che mangiamo, sopratutto se mangiamo per piacere e non per ingordigia (a volte è difficile distinguere le due cose).
Entrambi viviamo all’estero e so che abbiamo visto cose (per noi) indicibili 😀
Caro Claudio,
sfondi una porta aperta con me. Trovo che la differenza che tu fai tra il nutrirsi e mangiare sia importantissima. Spesso mi sono sentito attaccato da persone che sottolineavano il fatto che nel piatto avessi uno squilibrio dal punto di vista nutrizionale. Invano provavo a spiegagli che, facendo una vita sedentaria, spesso cucino e mangio per il brivido di piacere che mi da, mi rilassa. Come il fumatore ha la sigaretta, come il caffé alla mattina e tanti altri piaceri che assieme contribuiscono alla mia felicitá. Come sempre ci vuole equilibrio, non si puó pensare di vivere di piatti “ricchi” ma sono dell’idea che si possa e debba curare I dettagli di un piatto. Se ci si mette amore ogni piatto puó passare da semplice mezzo di sostentamento a cibo che porta con se il valore aggiunto di soddisfarre. Lo so, sono molto “italiano” e ne vado fiero perché ho l’impressione che anche in Italia la concezione del mangiare stia cambiando.