
Mark Zuckerberg, per creare Facebook, è partito dall’elenco degli studenti, con tanto di foto, che le Università degli Stati Uniti distribuiscono a chi si iscrive e ne ha fatto un social network che in un baleno ha conquistato il mondo. In un certo senso, però, Facebook c’era già in natura, nel cervello di ognuno di noi, già ben prima di Zuckerberg.
Un lavoro appena pubblicato da scienziati di Basilea e di Londra fa vedere come il nostro cervello funzioni proprio come un “social network. Le sinapsi – così si chiamano le strutture che consentono a ciascuna cellula nervosa di dialogare con le altre – stabiliscono legami molto forti fra ciascun neurone e pochissimi altri, ma quegli stessi neuroni hanno legami con moltissimi altri, questi ultimi però sono legami molto deboli. E così ci si è cominciati a chiedere quali siano le regole che governano i rapporti tra le cellule nervose.
La risposta è più semplice di come ci si poteva aspettare, soprattutto per chi abbia familiarità con face book. La cellula nervosa stabilisce legami forti con quelle (poche) simili a lei, con tutti gli altri neuroni i legami sono deboli anche se molti di più. Proprio come in face book: sei in contatto con tantissime persone ma a ben vedere la maggior parte di chi sta su Facebook ha una cerchia ristretta di amici speciali, con cui si hanno rapporti privilegiati. Con questi amici ci sono legami forti e interessi comuni, insomma è unpo’ quello che succede fra i neuroni che si assomigliano. In Facebook sono questi amici speciali che influenzano il nostro modo di pensare e le nostre scelte, e solo questi pochi; tutti gli altri amici contano meno anche se sono moltissimi.
La scoperta, appena pubblicata su “Nature” potrebbe essere un primo passo verso un computer capace di simulare l’attività scientifica del cervelli, un sogno per adesso ma che potrebbe in futuro realizzarsi.
Dal Corriere della Sera, 2 marzo 2015