Sotto ai nostri piedi, la nostra più grande risorsa. 2015: Anno internazionale dei suoli (FAO) Ambiente

Ogni giorno lo calpestiamo, lo irrighiamo, lo asfaltiamo, lo consumiamo, lo preserviamo, lo inquiniamo.

Il suolo è una risorsa limitata e non rinnovabile.

La formazione di suolo, nella sua composizione minerale, organica e di organismi viventi, è un processo molto lento. Occorrono milleni per la formazione di pochi centimetri di suolo.

Nel 1941, il pedologo Hans Jenny, formalizzò l’equazione che descrisse i fattori che determinano la formazione del suolo e le sue proprietà, sintetizzandola nel famoso mnemonico CLORPT:

CL (clima, temperatura, umidità)
O (organismi viventi)
R (rilievo, pendenza del versante, esposizione)
P (roccia madre, materiale di partenza)
T (tempo trascorso dall’inizio della trasformazione del suolo)

Il suolo ha funzioni vitali, e sono innumerevoli. Tra queste: produzione di cibo e biomassa; stoccaggio, filtrazione e trasformazione di molte sostanze tra cui acqua, carbonio ed azoto.
Non basta aggiungere come il suolo rappresenti una piattaforma fondamentale per le attività umane, un bene paesaggistico, culturale e storico, habitat di oltre un quarto di tutte le specie viventi sul pianeta, per percepirne a pieno la sua importanza.

Ma attenzione. Il suolo si sta degradando. Secondo la Soil Thematic Strategy dell’Unione Europea, il suolo subisce una serie di processi di degradazione e di minacce, quali l’erosione, la diminuzione di materia organica, la contaminazione locale o diffusa, l’impermeabilizzazione (sealing), la compattazione, il calo della biodiversità, la salinizzazione, le alluvioni e gli smottamenti.

Combinati, tutti questi rischi possono alla fine determinare condizioni climatiche aride o subaride che possono portare alla desertificazione

Dunque, il 2015 è stato proclamato dalla FAO “Anno Internazionale dei suoli” ed in tutto il globo vengono organizzate attività ed eventi mirati alla sensibilizzazione sul tema salvaguardia del suolo, ed alla promozione di interventi a favore di una sua gestione sostenibile.
Una vera e propria rete di istituzioni che promuovono attività nell’ambito dell’Anno internazionale dei suoli 2015 è stata allestita.

 

Cosa possiamo fare nel nostro piccolo?

Informiamoci, interessiamoci, svisceriamo questa tematica. Il suolo è di tutti, è giusto che tutti siano consapevoli, e non solo pochi scienziati, che la gestione non sostenibile del suolo avrà conseguenze drammatiche.
In tutta Italia, organizzazioni scientifiche, università ed associazioni studentesche si stanno cimentando nell’ organizzazione di eventi per diffondere l’iniziativa della FAO. Scegli quello più vicino a te.

Se siete campani o dei dintorni, vi consiglio vivamente un evento: “Save the soil”, organizzato da quattro associazioni studentesche dell’Università di Napoli “Federico II”: AUSF Napoli “Associazione Universitaria Studenti Forestali”, ASA Napoli “Associazione Studenti Agraria”, ASGU “Associazione Scienze Geologiche Unina”, ASNU “Associazione Scienze Naturali Unina” ed ASSI “Associazione degli Studenti Ingegneria”.

L’evento darà voce ai massimi esperti di suolo, inoltre, la proiezione del video “Let’s talk about soils”, la presentazione di una legge quadro per proteggere il suolo, tutto seguito da uno spettacolo teatrale.

Avrà luogo il 16 Maggio a Napoli, al Cinema Astra, a partire dalle ore 10:00. Trovate tutte le informazioni aggiuntive sull’evento qui.

Facciamo sì che si parli di suolo sempre, non solo nel 2015. Facciamo sì che ogni anno, sia l’Anno internazionale dei suoli.


Claudio Cropano

“Tanto vale l’uomo, tanto vale la sua terra”

 

Ho 23 anni e vivo a Wageningen (Paesi Bassi) dove sto conseguendo la Laurea Magistrale in Plant Sciences alla Wageningen University and Research Centre.

Dopo un periodo di studio all’ Instituto Politécnico de Viana do Castelo (Portogallo), nel 2014 ho conseguito la laurea triennale in Tecnologie Agrarie all’Università degli studi di Napoli “Federico II”.

Mi intriga molto il lato scientifico dell’agricoltura, disciplina tutt’oggi reputata nell’immaginario collettivo come un qualcosa di molto approssimativo e stereotipata come attività di basso livello. A mio avviso, queste sono le conseguenze di quanto poco si conosca del mondo agricolo. Da questo presupposto, ho colto al volo l’opportunità di partecipare all’allestimento di questo blog: la buona informazione come uno dei fattori chiave per destare l’attenzione su tematiche di primaria importanza, le quali non sono sempre percepite come tali.

Conosco l’Accademia dei Georgofili e sono un accanito lettore dei suoi articoli su www.georgofili.info e un affascinato della sua storia. Penso che le giornate studio, i convegni, le mostre ed i dibattiti siano ancora dei mezzi fondamentali per sollecitare e stimolare la curiosità sulle tematiche agricole, qualcosa in più forse andrebbe fatto, in merito al conferimento di borse di studio e/o di ricerca a giovani talentuosi oppure per l’approfondimento di specifiche tematiche.

Nell’immediato e nel prossimo futuro uno dei vari compiti affidati all’agricoltura è quello di sfamare una popolazione mondiale che è proiettata a crescere fino a 9 miliardi di persone entro il 2050. Saranno dunque richieste innovazioni scientifiche e tecnologiche atte a far fronte a questa crescente richiesta di cibo rispettando, in ogni caso, i principi della sostenibilità ambientale. Nello stesso tempo, la conservazione del paesaggio rurale, l’aspetto sociale e didattico dell’agricoltura dovranno rappresentare ancora i presupposti sui quali il mondo agricolo si basa.

Commenti

  1. Claudio Cropano Paolo Grossi Dice: maggio 20, 2015 at 12:31 pm

    Secondo me bisogna focalizzare molto l’attenzione sull’impoverimento dei suoli, specialmente da sostanza organica. Che vuol dire, alle nostre latitudini, applicazione di pratiche agricole che permettano di mantenerla o aumentarla (problema più culturale che tecnico).
    Nei paesi in via di sviluppo invece spesso si ritrovano suoli già molto poveri, pur se coltivati con tecniche rudimentali. Qui andrebbero incentivate le fertilizzazioni, ma non è facile (sia tecnicamente che culturalmente).

  2. Claudio Cropano Alberto Niccolai Dice: maggio 18, 2015 at 9:29 am

    Grazie Claudio. Concordo in pieno con quanto scritto e appoggio il commento di Pietro.
    Aggiungerei che se la cementificazione va avanti con questo ritmo aumentando la sottrazione di terreni agricoli dovremo incrementare (probabilmente esponenzialmente) la nostra dipendenza dall’estero per coprire il deficit produttivo dei prodotti agricoli su suolo nazionale.
    Questo è inaccettabile, il suolo deve essere preservato, tutelato e protetto.

  3. Claudio Cropano Pietro Bertolotto Dice: maggio 15, 2015 at 11:22 am

    Verissimo, il suolo deve essere difeso e la Pedologia deve tornare ad essere materia di base pluriennale non solo nelle facoltà di Agraria, dove talvolta, incredibilmente, latita. E’ un bene prezioso e indispensabile. Dobbiamo operare affinchè questo bene venga mantenuto nella sua integrità e in “salute”. Non dobbiamo più tollerare l’inquinamento e il consumo di suolo. La cementificazione spacciata con il termine politicamente corretto di “riqualificazione” deve smettere: suolo asfaltato è suolo morto, e tale resterà per periodi lunghissimi.

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