
Se una bottiglia di vino potesse raccontare la sua storia probabilmente parlerebbe non solo del territorio, ma anche di uomini, di tradizioni e di scelte.
Nasce così, nel 2011, un progetto “VIVA Sustainable Wine”, promosso dal Ministero dell’Ambiente, della Tutela del Territorio e del Mare in collaborazione con Centro di Ricerca Opera per l’agricoltura sostenibile dell’Università Cattolica del Sacro Cuore, per dar voce al vino.
In cosa consiste?
Attraverso l’etichetta (figura sotto) posizionata nel retro bottiglia il consumatore, con il semplice utilizzo del Qr code, può leggere il percorso di sostenibilità che l’azienda vitivinicola ha intrapreso attraverso quattro indicatori: Aria, Aria, Territorio e Vigneto.
Cosa sono gli indicatori si sostenibilità VIVA e come si usano?
Gli indicatori allo stesso tempo permettono alle aziende vitivinicole di quantificare l’impatto ambientale, con lo scopo di monitorare le varie fasi di produzione ed individuare adeguate strategie di riduzione degli impatti.
Aria
(fonte www.viticolturasostenibile.org)
L’indicatore ARIA esprime il totale delle emissioni di gas ad effetto serra associate, direttamente e indirettamente, al ciclo di vita di una bottiglia di vino da 0,75 l. In conformità al Protocollo di Kyoto, i gas ad effetto serra da includere sono: anidride carbonica (CO2), metano (CH4), protossido d’azoto (N2O), idrofluorocarburi (HFCs), esafluoruro di zolfo (SF6) e perfluorocarburi (PFCs)…
Il ciclo di vita della bottiglia di vino comprende quattro grandi fasi: gestione del vigneto; trasformazione dell’uva in vino e imbottigliamento; distribuzione delle bottiglie; refrigerazione e smaltimento del vetro (denominate rispettivamente vigneto, cantina, distribuzione e consumo).
Acqua
(fonte www.viticolturasostenibile.org)
L’impronta idrica è un indicatore spazio temporalmente esplicito del consumo di acqua dolce calcolato in vigneto ed in cantina per la produzione del vino. Esprime il volume totale di acqua dolce utilizzata in termini di volumi d’acqua consumati (evaporati o incorporati in un prodotto) e inquinati per produrre una bottiglia di vino da 0,75L. Il water footprint è dato dalla somma di tre componenti:
Acqua blu: si riferisce al prelievo di acqua dai corpi idrici per essere utilizzata in campo ed in cantina. Si tratta dei volumi realmente consumati nel processo produttivo, infatti rappresentano la quantità di acqua dolce che non torna a valle del processo produttivo nel medesimo punto in cui è stata prelevata o vi torna, ma in tempi diversi;
Acqua verde: ed è il volume di acqua piovana evapo-traspirata durante il ciclo colturale della vite;
Acqua grigia: rappresenta il volume di acqua inquinata, quantificata come il volume di acqua necessario per diluire gli inquinanti in modo che la qualità delle acque rimanga sopra gli standard di qualità definiti (legali e/o ecotossicologici).
L’utilizzo delle tre componenti di acqua virtuale incide in modo diverso sul ciclo idrogeologico. Ad esempio, il consumo di acqua verde esercita un impatto meno invasivo sugli equilibri ambientali rispetto al consumo di acqua blu. La water footprint offre quindi una migliore e più ampia prospettiva su come la vitivinicoltura influisca sull’utilizzo delle risorse idriche.
Vigneto
(fonte www.viticolturasostenibile.org)
Basandosi sulla Direttiva 2009/128/CE sull’uso sostenibile dei fitofarmaci e sulle linee guida indicate dall’O.I.V. definite dalla guida CST 1-2008, è stato sviluppato un indicatore innovativo che prende in considerazione le pratiche di gestione agronomica del vigneto. In particolare valuta l’utilizzo degli agrofarmaci e le relative conseguenze sui corpi idrici e sul suolo, la gestione del suolo e della fertilità e l’analisi degli aspetti legati alla biodiversità aziendale.
L’indicatore si sviluppa in tre sezioni:
- Uso dei prodotti fitosanitari
- Suolo: considerando l’uso dei fertilizzanti organici e minerali, l’influenza che le operazioni colturali, l’effetto delle pratiche di gestione del suolo si analizza l’evoluzione della sostanza organica nel suolo e le problematiche relative alle perdite di suolo causate dall’erosione.
- Biodiversità: lo strumento valuta la biodiversità considerando la “ricchezza” di specie presenti, e l’uniformità della distribuzione
Territorio
(fonte www.viticolturasostenibile.org)
Il paesaggio ed altri importanti aspetti di sostenibilità non sono misurabili attraverso la valutazione dell’impronta idrica, carbonica, e dell’impatto ambientale dovuto alla gestione agronomica del vigneto. Pertanto, al fine di poterli integrare nella valutazione della sostenibilità è stato costruito un tool box kit di indicatori qualitativi e quantitativi capace di misurare la ricaduta sul territorio delle azioni intraprese dalle aziende. Gli ambiti di inchiesta sono biodiversità, paesaggio, società e collettività, con riguardo alle ricadute economiche sul territorio e sulla comunità locale che lo abita.
Il video
Viva 2015 (Canale youtube: Viticoltura Sostenibile)
Commenti
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Grazie per le info, quando andró ad Expo visiteró il padiglione!
Iniziativa molto interessante che risponde a quelle che ormai sono le esigenze di tutti: comunicare in un modo scientifico e chiaro la sostenibilità! Penso sia una grande opportunità di arricchimento culturale non solo per il consumatore, ma anche per l’ aziende che sposa questo protocollo in cui dimostra il suo impegno per produrre seguendo i dettami dell’agricoltura sostenibile!
Ciao Tommaso, se ti piace questo progetto ti segnalo il sito: http://www.viticolturasostenibile.org/Home.aspx contiene informazioni, approfondimenti e iniziative…
Inoltre a Expo Milano 2015, presso il Cardo Nord-Padiglione Vino a Taste of Italy è presente un’esposizione permanente con tutte le bottiglie VIVA e i Qr code per chi è “curioso” di sostenibilità.