Un momento degli scontri al corteo degli antagonisti, Roma, 12 aprile 2014. ANSA/ ANGELO CARCONI Società

Avendo letto e condiviso l’editoriale “Se lo Stato non funziona” pubblicato il 1° maggio dal Direttore de La Nazione Pier Francesco De Robertis sul Quotidiano Nazionale, credo sia utile aggiungere qualche altra considerazione. Sappiamo che il nostro Stato si deve servire di molte vecchie strutture e sistemi obsoleti, di personale spesso discusso, forse anche eccessivo e con costanti pretese sperequazioni tra diritti e doveri. Dalla metà del secolo scorso è costretto a rimbalzare tra direttive della UE e varie norme dettate dalle autonomie Regionali, rese più ampie dalle modifiche apportate con la riforma dell’articolo V della Costituzione. In queste condizioni, lo Stato non è neppure in grado di ridurre l’insostenibile crescita delle perniciose corruzioni, nonostante gli strumenti delle severe normative e dei frequenti controlli di cui può disporre.

Il 25 aprile scorso, il Presidente della nostra Repubblica ha dichiarato che: “è sempre tempo di Resistenza”. Una espressione delicata e molto sottile, che potrebbe essere incredibilmente travisata. La volontà popolare richiede un prioritario riscatto morale, a partire dal rispetto delle regole democraticamente dettate e lo Stato deve tutelare la propria autorità civile, affidatagli dal popolo. Cerchiamo quindi di evitare che qualcuno consideri come “Resistenza permanente” anche quelle azioni che vengono compiute sotto i nostri occhi, da manipoli di cosiddetti “antagonisti”, di fatto operanti contro lo Stato. Sono fra di loro anarchici dichiarati, ma anche sostenitori di diverse ideologie. Sono ospitati in “Centri sociali”. Agiscono militarmente contro le forze di polizia e con modalità incivili cercano di colpire le proprietà altrui. Questi comportamenti vengono troppo benevolmente protetti e non possono che essere guidati. Andrebbe chiaramente e pubblicamente individuato e comunicato “da chi e perché”. Intanto chiariamo subito che i suddetti “antagonisti” esercitano attività che non somigliano neppure lontanamente a quelle della Resistenza e si spera che non siano permanenti.

La evidente realtà dello “Stato che non funziona” può e deve essere corretta dalla politica, stimolandola a scuotere la propria attuale situazione confusa per contribuire costruttivamente al confronto sulle indispensabili riforme costituzionali, già previsto per il prossimo autunno.

Franco Scaramuzzi, presidente onorario dell’Accademia dei Georgofili

 

(Pubblicato su QN, La Nazione, il 5/05/2016)

 

 


Georgofili

L’Accademia dei Georgofili, fondata a Firenze nel 1753, è la più antica accademia del mondo che si occupa di agricoltura e di tutto quanto ruota intorno al settore primario. Opera nell’interesse pubblico, come dice il suo motto “Prosperitati Publicae Augendae”.

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