Ricerca genetica e agricoltura: ancora al fischio d’inizio 15 anni dopo Ricerca

Ho letto con molto interesse gli articoli “Monsanto versus Green Peace 50 sfumature di verde” di Claudio Cropano ed  “E’ ora di sdoganare la cisgenesi” di Pietro Bertolotto e leggendo mi veniva in mente un articolo scritto con due colleghi molti anni fa. Fortunatamente avevo riposto il documento in un file di cui ricordavo anche il titolo e come per incanto sono riuscito a ripescarlo nella memoria del mio computer, dopo  ben 15 anni. Avevamo inviato l’articolo alle rubriche di importanti giornali nazionali e ad alcune società scientifiche operanti nella ricerca agraria, senza successo e con poco seguito. Oggi credo che sia la risposta ideale ai due articoli pubblicati nel blog giovani e sono felicissimo che la senatrice Cattaneo abbia finalmente portato il tema della ricerca avanzata italiana in agricoltura al mondo politico e sollevato il velo della contraddizione e dell’ipocrisia: la contraddizione di pagare i ricercatori per poi distruggere il loro lavoro e lasciare agli altri il vantaggio di sfruttare la ricerca italiana e l’ipocrisia di non coltivare gli OGM ma permetterne l’importazione e il commercio.

Voglio anche prendere l’impegno di organizzare a breve  un evento scientifico presso i Georgofili come auspicato da Cropano, per discutere scientificamente del futuro della ricerca genetica in agricoltura senza giocatori di calcio, arbitro e sfumature di verde, ma solo nel solco di Galileo Galilei, Carlo Jucci e Nazareno Strampelli.

Buona lettura,

Mario Pezzotti Prof. Ordinario di Genetica Agraria- Università di Verona

 

Il biologico “Pecoraro” e la sua politica della ricerca in agricoltura

Non ci si poteva aspettare altrimenti da un “Pecoraro” biologico. Un pastore, o “pecoraro” come si suole dire nell’Italia Centrale, che alleva le sue pecore lasciandole pascolare in inverno nella campagna romana e d’estate sulle radure degli Appennini Centrali, non poteva non pensare che il miglior modo di vivere sia tornare tutti alla natura e competere scientificamente a colpi di pecorino e di altri 399 formaggi tipici.

Chi scrive appartiene ad un rilevante numero di addetti che fa capo alla Genetica Agraria, disciplina scientifica insegnata nelle Facoltà di Agraria e nei corsi di Laurea in Biotecnologie Agro-Industriali, nata in Italia grazie all’impegno di alcuni ricercatori i cui nomi più conosciuti sono Carlo Jucci e Nazareno Strampelli. Le ricerche decennali nel campo della genetica agraria di Jucci e Strampelli hanno portato a quel fenomeno storico conosciuto anche come “rivoluzione verde”. Gli incroci intraspecifici nei frumenti effetuati da Strampelli hanno combinato in un’unica varietà i caratteri di resistenza al freddo, taglia bassa ed elevata produzione di granella. Questa ricerca genetica, effettuata nei primi anni del secondo dopoguerra, ha consentito di ottenere elevate produzioni di frumento e “pane” per tutti. Le varietà di frumento coltivate attualmente nel nostro Paese sono tutte derivate da progenitori selezionati da Strampelli. L’Italia ha quindi meritato sul campo e con la sua ricerca nel settore della genetica agraria un ruolo di primissimo piano. Dagli anni settanta ad oggi la genetica agraria italiana, pur mantenendo altissimo il suo livello scientifico nella genetica e miglioramento genetico tradizionale, ha investito culturalmente nei giovani ricercatori e nelle nuove tecniche del DNA ricombinante. Numerosissimi e di altissima qualità scientifica sono i lavori pubblicati dai gruppi di ricerca italiani che illustrano i risultati scientifici raggiunti dal nostro Paese in ricerche competitive finanziate esclusivamente da organismi governativi italiani (MURST, CNR e MIPAF) e dalla Comunità Europea (Programmi Quadro per la Ricerca). Per contro in Italia, a differenza di quanto accade in altri paesi europei (Germania, Inghilterra, Francia, Olanda, Belgio) non si sono ancora sviluppate, ad eccezione di sparuti casi, società private di biotecnologie vegetali che perseguono la logica del profitto economico. Il 25 Maggio 2000 sulla terza rete è andata in onda una trasmissione che prendeva spunto dalle proteste attuate contro il convegno internazionale sulle biotecnologie di Genova “Tebio” e più generalmente contro l’uso degli “OGM” in agricoltura, il neo Ministro MiPAF Sig. Alfonso Pecoraro Scanio ha detto, testualmente “la ricerca genetica in agricoltura non avrà un futuro in Italia”, motivando tale affermazione con il fatto che il nostro Paese e’ strategicamente orientato verso un’agricoltura “naturale”. Il Prof. Francesco Sala, ospite della trasmissione, ha conseguentemente chiesto al Ministro: cosa dovrebbe fare uno scienziato di una struttura universitaria pubblica che lavora attivamente nelle biotecnologie genetiche vegetali? Il Ministro, con una chiarezza politicamente impensabile, ha risposto “si occupi di ricerca nella sanità, che salva le vite”.

Il Sig. Ministro ha così, in una serata di Maggio, liquidato il significato culturale della ricerca genetica agraria e il ruolo applicativo svolto da questa scienza nel settore agricolo in Italia. Inoltre, ad aggravare uno dei problemi di questo Paese, il Sig Ministro ha chiaramente fatto intendere che il Governo non finanzierà ulteriormente la ricerca genetica avanzata nel settore vegetale.

La miopia scientifica dimostrata preoccupa moltissimo il mondo scientifico: se lo scenario auspicato dal Ministro si avverasse, l’Italia resterebbe, ancora una volta, culturalmente e tecnicamente arretrata rispetto agli altri Paesi, a tutto vantaggio, questa volta davvero, delle Aziende Multinazionali operanti nel settore agricolo. In un futuro molto prossimo, nessun Organismo pubblico sarebbe più in grado di garantire la tutela della qualità dei prodotti alimentari, né di contribuire alla crescita scientifica del nostro Paese.

Cordiali saluti,

Mario Pezzotti Prof. Associato di Genetica Agraria- Università di Verona

Massimo Delledonne Ricercatore di Genetica Agraria- Università Cattolica S.C., Piacenza

Annalisa Polverari Ricercatore di Patologia Vegetale – Università di Perugia.

(Verona 29 Maggio  2000)

 


Georgofili

L’Accademia dei Georgofili, fondata a Firenze nel 1753, è la più antica accademia del mondo che si occupa di agricoltura e di tutto quanto ruota intorno al settore primario. Opera nell’interesse pubblico, come dice il suo motto “Prosperitati Publicae Augendae”.

Commenti

  1. Georgofili Claudio Cropano Dice: maggio 25, 2015 at 3:32 pm

    Gentile Professor Pezzotti,

    La ringrazio per aver condiviso con noi il suo articolo.
    È un dispiacere constatare che in 15 anni, sia cambiato ben poco, ovviamente, intendo dal punto di vista politico.
    Dal punto di vista delle biotecnologie, è cambiato molto: le nuove scoperte e le nuove ricerche non fanno altro che farci sentire ancor più stretto il cappio al collo del principio di precauzione (sul quale a quanto pare l’ex ministro Pecoraro scrisse addirittura un libro).

    Non mancherei senz’altro ad un evento scientifico organizzato per conversare sulla ricerca genetica in agricoltura. Spero tutti i giovani di questo blog abbiamo la possibilità di parteciparvi.

  2. Georgofili Pietro Bertolotto Dice: maggio 25, 2015 at 3:10 pm

    Gentile Professor Mario Pezzotti, grazie di essere intervenuto sul Blog.

    Dopo la lettura del suo articolo, la prima considerazione -a caldo- che mi è venuta in mente è che il buon Ministro abbia trovato nei suoi successori, di qualsiasi colore politico, degli ottimi seguaci abili anch’essi nel perseguire consenso facile e ideologia di massa. E non solo ministri. Mi auguro infatti lei non abbia sentito o letto le risposte sconclusionate avanzate da altri senatori in merito all’intervento della Cattaneo. Da rabbrividire. Ma al riguardo, spero ancor di più lei non abbia ascoltato ciò che un suo collega, il Professor Buiatti, ha detto il 20 maggio scorso presso Commissione Igiene e Sanità del Senato. No-comment.

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