
Niente da fare.
Nemmeno quest’anno, ciò che è stata considerata la scoperta più sensazionale ed a più alto impatto nella biologia molecolare dopo la PCR, è riuscita a raggiungere il prestigioso traguardo del premio Nobel per la chimica.
Ovviamente, sto parlando della tecnica di genome editing CRISPR/Cas9.
Già l’anno scorso, tra le favorite al premio c’erano Jennifer Doudna (UC Berkeley, USA) ed Emmanuelle Charpentier (Max Plank Institute, Germania), le due scienziate che nel 2012 hanno pubblicato per la prima volta e rivelato al mondo intero l’uso di questa tecnica.
Quest’anno invece, tra gli scienziati favoriti al Nobel c’erano George M. Church (Harvard, USA) e Feng Zhang (The Broad MIT, USA) che hanno applicato la tecnica a cellule umane e marine.
Che il premio sia solo rimandato per il CRISPR? Sicuramente, ma a quale dei due gruppi? O a tutti e due?
C’è da fare qualche considerazione: la prima è che il gruppo di Doudna e quello da Zhang sono coinvolti in una battaglia all’ultimo…brevetto! Sì, perché la questione è: di chi è questa scoperta?
Dal punto di vista cronologico, in termini di chi prima ha pubblicato e di chi prima ha richiesto la brevettazione della tecnica, allora non c’è dubbio: Doudna e Charpentier. Ma ad oggi, chi detiene già un brevetto, o meglio, una intellectual property sul CRISPR è proprio Zhang, nonostante abbia cominciato il procedimento di brevettazione della tecnica 7 mesi dopo Doudna & Charpentier. Questo è stato possibile grazie al fatto che Zhang abbia intrapreso una corsia di brevettazione più veloce (ma anche estesa a meno applicazioni), una fast-tracking application che gli ha consentito di arrivar prima delle due scienziate a metter la propria firma sulla tecnica. Si tratta comunque di due tipi di brevettazioni diverse ed a scopi diversi che non approfondirò in questo articolo.
Che la Nobel Assembly del Karolinska Institutet stia temporeggiando sull’assegnazione proprio per evitare imbarazzi? Lo scopriremo solo vivendo.
Tutto questo mentre la comunità europea ha recentemente rimandato la propria decisione di esprimersi sull’utilizzo del CRISPR/Cas9 come tecnica di miglioramento genetico per le piante. Infatti, è al vaglio della commissione se il CRISPR/Cas9 sia da ritenere una tecnica di trasformazione genetica e se quindi i suoi prodotti debbano essere sottoposti alla restrittiva legislazione degli OGM (quindi inutilizzabili in agricoltura).
Enorme la posta in gioco ed enormi le pressioni sulla commissione da parte di lobby che NON vogliono che CRISPR sia autorizzato ai fini di sviluppo di nuove varietà agricole. Troppo facile come tecnica e quindi utilizzabile anche da aziende che non dispongono di un grosso capitale. Ben facile capire come l’autorizzazione scombussolerebbe gli equilibri del mercato agricolo in Europa.
In foto di copertina Jennifer Doudna (sinistra) e Feng Zhang (destra). Vicini in foto solo grazie ad un fotomontaggio…