L’overfishing e le risorse ittiche del pianeta
Oggi vi vorrei parlare di un problema poco affrontato nella letteratura scientifica ma che sicuramente merita di essere considerato in maniera approfondita per i risvolti che ne possono derivare sul piano bioeconomico e sociale: l’overfishing, ovvero la sovrappesca.
Con questo termine si intende la messa in atto di un’attività di pesca eccessiva e poco razionale delle risorse ittiche dei mari e degli oceani, ma anche dei laghi e dei fiumi, che porta ad un depauperamento degli stock ittici del pianeta a causa dell’impossibilità di determinate specie ittiche commerciali di potersi riprodurre in modo adeguato.
Le cause da ricondurre a questo fenomeno sono molteplici e sembrano legate all’eccessiva capacità di pesca dei super-pescherecci, alla pesca illegale operata in aree marine protette, ai metodi di pesca poco sostenibili del punto di vista della tutela della biodiversità e degli ecosistemi marini.
Le azioni da mettere in atto per scongiurare l’avanzare di una simile problematica sono diverse. La stessa Unione Europea nella programmazione della Politica Comune della Pesca 2014-2020 tra le diverse misure per porre un freno all’eccessiva pesca di alcune specie ittiche punta ad una maggiore salvaguardia degli stock ittici fissando dei limiti di cattura sostenibili che possano favorire la conservazione delle risorse marine dei nostri mari.
Se da un lato, infatti, risulta importante garantire un adeguato approvvigionamento di pesce per soddisfare le richieste del mercato, dall’altro sembra imprescindibile affrontare la questione della sovrappesca per assicurare alle generazioni future la possibilità di poter usufruire di una così importante risorsa per gli anni a venire.
“Questa terra non l’abbiamo ereditata dai nostri padri, l’abbiamo presa in prestito dai nostri figli” (Un Capo Indiano)
Antonio Tulone, 25 anni.
Dopo aver conseguito con il massimo dei voti la licenza classica, ho deciso di iscrivermi nel Corso di Laurea in “Agro-ingegneria” della Facoltà di Agraria di Palermo, oggi Dipartimento di Scienze Agrarie e Forestali dell’Università degli Studi di Palermo, dove mi sono laureato con 110 e lode con una tesi sul land grabbing e le sue implicazioni socio-economiche nello scenario internazionale. Ho, quindi, continuato gli studi universitari iscrivendomi al Corso di Laurea Magistrale in “Imprenditorialità e Qualità del Sistema Agroalimentare” della Scuola Politecnica dell’Università di Palermo, in cui sono attualmente iscritto.
Ho sempre nutrito grande interesse verso il mondo dell’agricoltura e nel campo delle scienze agrarie in senso lato. I miei interessi spaziano dall’economia e politica agraria all’ingegneria genetica, passando per la tutela della biodiversità ed uno sfruttamento sostenibile delle risorse primarie.
Sono pienamente convinto che l’istituzione del “Blog dei Georgofili per i giovani” possa rivelarsi un valido strumento per permettere a noi ragazzi e agli esperti del settore di interagire e relazionarsi su tematiche di interesse agrario. Sono certo, infatti, che l’Accademia dei Georgofili, conservando ancora immutato il prestigio e il valore di un tempo, si pone quale risorsa insostituibile per la società odierna, luogo di confronto e di dialogo per approfondire tematiche di precipua importanza nell’analisi delle diverse questioni e problematiche che riguardano il settore agricolo, e ancor più per noi giovani, l’Accademia rappresenta un importante stimolo per avvicinarci al mondo della ricerca scientifica e uno strumento in grado di sviluppare in noi un attivo senso critico nell’approccio allo studio e alla vita di tutti i giorni.