L’olio extravergine d’oliva globale Alimentazione

L’olio extravergine d’oliva diventa “globale”, grazie ai suoi valori alimentari e salutistici, sempre più ricercati anche fuori dai paesi tradizionalmente produttori.

La fortuna dell’olivo e dell’olio extravergine d’oliva è legata alla crescente attenzione rivolta alla qualità del cibo, alla nutrizione e al diffondersi di diete più ricche di grassi vegetali: la dieta mediterranea ne è un esempio, tanto da essere stata eletta patrimonio immateriale dell’UNESCO nel 2010.

Una semplice testimonianza della crescente fama dell’olio d’oliva a livello mondiale la troviamo osservando l’andamento delle ricerche effettuate sul motore di ricerca Google con parola chiave “extra virgin olive oil” che dal 2005 ad oggi indica un trend in constante aumento (vedi figura1).

Fig.1-Interesse nel tempo: incremento % delle ricerche su Google (2005-2015)

olio

Fonte: Google trend (aprile 2015)

Altrettanto interessante è notare quali sono i paesi che hanno mostrato maggiore interesse nei confronti di questo alimento. In generale i paesi asiatici sono quelli più “curiosi”: in testa troviamo Singapore con un aumento del volume di ricerca del 100%, seguito da Malesia (79%), Stati Uniti (76%), Hong Kong (63%), Canada (60%), Pakistan (54%), Australia (54%), India (51%) e Filippine(48%).

Fig.2- “Extra virgin olive oil” : incremento delle ricerche su Google 2005-2015 per Paese.

paesi

Fonte: Google trend (aprile 2015)

In questo contesto l’olio suscita interessi diversi. Le ricerche correlate all’olio extravergine d’oliva riguardano in primis il “best olive oil”. E’ interessante vedere come l’olio extra vergine susciti interesse non solo come alimento e per le sue proprietà nutritive e antiossidanti, ma anche come cosmetico, medicamento e come bene ornamentale, a conferma della multifunzionalità di questa preziosa risorsa anche se in molti paesi è ancora un bene di lusso.

La cultura dell’olio extravergine si sta rapidamente diffondendo a scala globale: le nostre conoscenze consolidate insieme alla tradizione culturale, gastronomica e paesaggistica potranno sicuramente essere sfruttate al meglio con grandi vantaggi per il settore olivicolo italiano.

 

 

 


Fiore Giovannini

“…nel cibo l’origine e la cura della malattia…”

(Ippocrate)

 

Sono una studentessa di agraria all’Università di Pisa dove seguo  il  corso laurea magistrale in Produzioni agroalimentari e gestione dell’agroecosistema. Mi sono avvicinata al mondo dell’agricoltura forse un po’ per caso appena uscita dalle superiori, dopo di che ho conseguito la laurea triennale in Scienze Agrarie all’università di Firenze. E’ un settore che mi affascina tantissimo, che ha tantissimi sbocchi e soprattutto, che ti permette di approfondire argomenti da punti di vista diversi. In più ritengo essenziale il ruolo che l’uomo ha nel preservare, proteggere e valorizzare l’ambiente che ci circonda e tutto ciò che è in grado di produrre. Per ora la mia esperienza nel mondo agricolo è quella che  ho visto all’interno dell’università, durante tirocini in azienda e periodi lavorativi in occasione della vendemmia e della raccolta delle olive. In oltre mi diverto a coltivare un piccolo orticello e cinquanta olivi per la produzione di olio per autoconsumo. Uno dei principali motivi per cui ho scelto questo settore era perché cercavo una attività pratica che mi desse la possibilità di vedere “i frutti” del mio lavoro. Per ora il mio percorso mi ha dato poche possibilità di mettere in pratica quello che ho studiato, però sono state sufficienti per avere conferma che ho fatto la scelta giusta. Penso che ancora per qualche anno vorrei dedicarmi a completare la mia formazione, magari con qualche esperienza in più in ambito lavorativo.  Il principale problema che ho trovato lungo il mio percorso è la scarsa integrazione tra didattica e pratica; per questo credo le attività che possano essere più utili a un giovane siano tutte quelle che lo rendano attivo e partecipe, che lo spronino a mettersi in gioco e a confrontarsi. Credo che nel futuro (molto prossimo), l’agricoltura dovrà impegnarsi molto per trovare il modo di per sopperire ai bisogni di una popolazione sempre più in crescita, senza danneggiare ulteriormente l’ambiente in cui viviamo.

Commenti

  1. Il problema di noi piccoli olivicoltori sta proprio nel mercato globale: prezzo medio di oli comunitari arrivati in Italia da Spagna etc 3 euro/l come si fa a competere con questi prezzi??chi ha una piccola oliveta come me sa che il costo di gestione è per lo meno il doppio rispetto a questi prezzi..quindi o lo stato ci protegge in qualche modo o siamo destinati ad abbandonare i nostri meravigliosi olivi.
    Altro problema non indifferente per produrre olio di qualità a parer mio sono i frantoi…su dieci forse tre lavorano bene…e se non hai la fortuna di averne uno di quest’ultimi vicino all’appezzamento uno puo curare in maniera maniacale gli olivi ma il prodotto finale viene inesorabilmente di pessima qualità.

  2. Fiore Giovannini Simona Pappalardo Dice: aprile 28, 2015 at 11:44 am

    Grazie per l’articolo. La diffusione della cultura dell’olio a livello globale è sicuramente un fattore molto importante per il settore olivicolo italiano. Da piccolissima produttrice e appassionata di olio, vorrei aggiungere che c’è ancora tanta strada da fare nella diffusione della cultura dell’olio anche a livello nazionale sia verso il consumatore finale, perché i consumatori realmente consapevoli sono una piccola percentuale, che nel campo della ristorazione. Inoltre diffusione globale vuol dire anche competizione globale e penso sarà necessario investire sempre più nel settore per essere competitivi.

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