
Passate le festività natalizie, ecco che finiamo tutti sulla bilancia a constatare il risultato delle abbuffate. Poi, dal 7 gennaio, scatta la dieta. Ed ecco che i media ce ne propinano di ogni tipo, da quelle correttamente bilanciate a quelle più fantasiose e dannose.
Durante le abbuffate è facile che l’alimentazione diventi l’argomento principale, e dalla gastronomia si passa a parlare di nutrizione. Schiere di carnivori, dai più raffinati mangiatori di fiorentine a pranzo e cena, ai più avidi mangiatori di hamburger da fast food hanno contribuito a far nascere le mode più cool di questi tempi, cioè la dieta vegetariana, o la più stringente vegana, oppure ancora le più ideologiche dottrine del fruttarianismo, del crudismo ecc.
Un proverbio latino dice che in medio stat virtus, ma purtroppo in questo campo quello che è nel mezzo non va di moda, o non lo si conosce, o è un qualcosa di cui si sente parlare ma che non ci riguarda. Questa cosa si chiama dieta Mediterranea.
La dieta Mediterranea, talmente importante da essere diventata patrimonio immateriale dell’umanità UNESCO, non è lo stile alimentare che qualche secolo fa seguivano gli abitanti delle zone costiere del Sud. Si tratta di una codificata e precisa dieta varia ed equilibrata, che permette di mantenersi in buona salute abbinandola all’esercizio fisico: è la dieta che nonostante tutto, ci permette di essere ai primi posti al mondo come longevità della popolazione. È una dieta onnivora, ci consente di poter apprezzare tutti i prodotti della nostra agricoltura, dalla verdura e frutta al pesce, dalla pasta ai latticini, al vino, ai salumi, ai dolci ecc. Tutti questi alimenti hanno pregi e difetti, nessuno escluso, è importante quindi rispettare le dosi consigliate per ogni tipologia.
Tempo fa l’OMS ci allertò della pericolosità dei salumi, notizia riportata dai nostri media in modo scandalistico e per nulla documentato. Un allarme del genere può bastare a condizionare migliaia di persone che non conoscono bene questi argomenti, e a cascata può causare gravi problemi ai produttori dell’industria agroalimentare. Ma in medio stat virtus, tra il “vietato mangiare salumi” dei giornali e le abbuffate natalizie c’è la piramide alimentare della dieta Mediterranea, che dice 3 porzioni a settimana per un massimo di 150g in totale.
La varietà su cui si basa la dieta Mediterranea non fa solo bene alla nostra salute, ma anche alla nostra agricoltura, dai produttori di insalata a quelli di salame.
Per approfondire: www.piramidealimentare.it/