Ha senso incatenarsi a Xylella fastidiosa? Ricerca

Facciamo il punto: Xylella fastidiosa è un patogeno da quarantena inserito nella lista A1 dall’Organizzazione Europea per la Protezione delle Piante nel bacino del Mediterraneo (EPPO). Il ceppo che ha colpito gli ulivi salentini è sub specie pauca, responsabile delle infezioni agli agrumeti in Costa Rica; si presume sia giunto in Italia tramite l’importazione in Salento dall’Olanda di materiale vivaistico infetto.

Xylella è un batterio gram-negativo, si moltiplica nei vasi xilematici delle piante, causandone l’occlusione e inficiando così il trasporto linfatico. Apre poi anche la via ad una serie di infezioni fungine che nel loro “complesso” conducono a morte la pianta in pochi anni. Inoltre questo agente patogeno dispone di un’ampia potenziale gamma di piante ospiti che giocano il ruolo chiave di “piante-serbatoio” in cui l’insetto vettore, polifago, la cicalina verde – Philaenus spumarius L. – assume l’inoculo per poi diffonderlo in piante sane.

Prima di qualsiasi considerazione desidero ricordare alcune cose:

  1. Solo gli antibiotici sono efficaci per contrastare infezioni  batteriche.
  2. Dal 1971 l’uso di antibiotici in pieno campo è bandito (per evitare la comparsa di ceppi batterici resistenti agli antibiotici, poichè sono gli stessi impiegati in medicina umana).
  3. I batteri hanno un’elevata frequenza di mutazioni, cosa che fa di loro patogeni pericolosi in quanto possono superare rapidamente resistenze (vedi: Teoria gene per gene, legge di Flor) e ricombinare il proprio patrimonio genetico creando nuovi ceppi.

Passiamo alle eradicazioni, parte dolente della faccenda.

Ultimamente ho notato, con sentita preoccupazione, come buona parte dell’opinione pubblica venga alternatamente sospinta e attratta da considerazioni di mero ordine politico in un campo in cui il parere tecnico-scientifico dovrebbe essere il principale punto di riferimento.

Così assistiamo alla comparsa di figure grottesche che negano l’evidenza, lanciando ipotesi complottiste degne del peggior bio-terrorismo, sostenendo l’efficacia di fantomatiche cure per una malattia che, in realtà, cura non ha. Non c’è , al momento, purtroppo,  alcuna bacchetta magica.

Infatti le irrorazioni a base di rame possono solo avere un effetto preventivo o di contenimento nei confronti dei patogeni fungini che partecipano alla sindrome di CoDiRo.

Bisogna inoltre sapere che le eradicazioni previste sono limitate solamente alla zona cuscinetto, priorità ritenuta opportuna e necessaria nelle aree più avanzate dell’epidemia per scongiurare l’espansione del focolaio, come ha ricordato Donato Boscia, responsabile dell’Istituto di Virologia Vegetale del Cnr di Bari.

E’ ormai utopistico sperare di riuscire a eradicare Xylella dal territorio italiano. Quello che, invece, si può e si deve fare è l’attuazione del piano di contenimento del patogeno, come previsto dal decreto di lotta obbligatoria,  ovvero la realizzazione di un’efficace zona cuscinetto che impedisca un’ulteriore e rapida diffusione, operazione necessariamente affiancata da buone pratiche agronomiche per il controllo del vettore.

Temporeggiamo affinchè la Ricerca possa studiare valide soluzioni.

 


Pietro Bertolotto

Classe ’92. Dopo gli studi classici mi sono laureato presso l’Università di Pisa prima in Scienze agrarie e poi in Produzioni agroalimentari e gestione degli agroecosistemi.

I miei interessi spaziano dallo studio degli agrosistemi alla tutela dell’Ambiente in relazione alla conservazione della Natura. In particolare, durante il percorso accademico mi sono occupato di analisi faunistico-ambientali in varie aree naturali protette ed ho valutato l’impatto ambientale causato dalla fauna ungulata sia a danno degli agroecosistemi sia a carico degli ecosistemi naturali.

Colgo l’occasione del Blog dei Georgofili  per aprire dibattiti costruttivi su vari argomenti di interesse.

Email: pietro.bertolotto1@gmail.com

Linkedin: https://it.linkedin.com/in/pietrobertolotto

Commenti

  1. Articolo meritevole di attenzione che presenta oggettivamente la situazione attuale.
    (Giovanni Martelli – Università di Bari)

  2. Contenere è giusto..ma se il vettore del patogeno fosse per esempio come teorizzato da vari studiosi piante di Nerium Oleander o di caffè derivanti dall’America Latina mi chiedo come mai solo in Salento?? e non in altre parti d’Italia??visto che questi lotti di piante arrivano in tutto il territorio nazionale??

    • Pietro Bertolotto Pietro Bertolotto Dice: aprile 27, 2015 at 2:35 pm

      Solo in Salento per il semplice fatto che, evidentemente, era la singola partita olandese di Nerium oleander L. ad essere infetta. L’operazione di contenimento, per quanto ardua, non solo è giusta ma è indispensabile. E va attuata senza se e senza ma.

      Più che altro bisognerà potenziare i controlli fitosanitari in tutto il territorio europeo.

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