
Oggi, leggendo il giornale, ho appreso che la grande manifestazione florovivaistica Euroflora vede a rischio la propria organizzazione. Dopo un primo rinvio, si sarebbe infatti dovuta svolgere quest’anno (a cadenza quadriennale), vi sono dubbi sui finanziamenti e sulla parte economica che sta dietro la colossale esposizione. Si leggono cifre di milioni di euro, negli anni solo le spese sono cresciute, a discapito delle presenze di pubblico, in forte riduzione.
Perché stupirsi?!
La crisi economica, come la definisce qualcuno, non ha proprio insegnato nulla, soprattutto a quelli che dicevano alle nuove generazioni che sarebbe stata un’opportunità. Perché non si possono realizzare grandi eventi, importanti manifestazioni con meno denaro, impiegando maggiormente (o semplicemente impiegando) le risorse umane che spesso vagano nei corridoi?
Questo non è un periodo di crisi, ma semplicemente un modo diverso di vivere le cose, non adeguarsi e sperare che tutto torni “come prima”, è profondamente sbagliato, generando aspettative irrealizzabili. Un nuovo modo di pensare gli eventi è fondamentale, per evitare che questi spariscano risucchiati da spese abnormi e modalità organizzative tipiche della “vecchia economia”.