
Dallo scorso 20 Aprile Francesco Mati è il nuovo Presidente del Distretto vivaistico pistoiese, gentilmente ha risposto ad alcune domande per il Blog dei Georgofili per giovani…
A Pistoia le aziende si chiamano per cognome e Piante Mati ha una storia più che secolare. Quali sono state le chiavi del successo che hanno reso questo angolo di Toscana la capitale del vivaismo europeo?
È un insieme di fattori climatici e ambientali che ha reso unica Pistoia nel mondo del vivaismo. Abbiamo una terra speciale, formatasi in migliaia e migliaia di anni di erosione dell’Appennino ed esondazioni di torrenti. Il limo si è amalgamato perfettamente con l’argilla dando origine a un tipo di terreno unico che fa crescere in fretta le radici, rimane coeso quando si fa la zolla per trapiantare le piante, trattiene umidità e i nutrienti. A questo dobbiamo aggiungere che la piana pistoiese è protetta dall’Appennino dai venti freddi del nord e sempre l’Appennino ferma le perturbazioni che arrivano cariche di pioggia dal mediterraneo. A Pistoia grazie a tutto questo è possibile coltivare un range di specie che va dal larice (conifera spogliante d’alta montagna) alle tipiche specie della macchia mediterranea come corbezzolo, lentisco, mirto, ecc.
Attualmente quali sono i numeri del Distretto?
1500 aziende
6000 ettari di vivai
6000 addetti ai lavori
circa 400 milioni di fatturato (più del 50% in esportazione)
E’ noto che anche il vivaismo, come molte altre attività, sta attraversando un momento “difficile”. E’ solo causa della crisi economica internazionale o c’è dell’altro?
La crisi ha accelerato tutto, dalla concorrenza alla velocità di cambiamento che un’azienda deve fare per restare sul mercato. In paesi con minor pressione fiscale e burocrazia si sono sviluppati vivai che fanno concorrenza ai nostri produttori. E pur vero che il vivaismo sente la mancanza di un consumo nazionale, mancano lavori pubblici che possano assorbire piante a livello nazionale, ma anche di incentivi per il consumo privato. Il patto di stabilità ha fermato al 90% lo sviluppo del verde pubblico. E’ stato presentato da poco un disegno di legge che offrirebbe sgravi fiscali per chi ristruttura o costruisce il giardino. Il vivaismo pistoiese, pur subendo un calo del fatturato, ha mantenuto i posti di lavoro, ora, dopo anni di crisi, per poterli mantenere occorre far ripartire i consumi al più presto.
Nel mercato globalizzato la parola futuro è sinonimo di strategia e prospettiva. Su quali tematiche il distretto pistoiese deve agire per mantenere la sua posizione storica a livello europeo?
Occorrono maggiori investimenti in ricerca e innovazione, un monitoraggio costante dei paesi potenzialmente concorrenti, analisi di mercato, strategie di marketing , ma occorre anche l’aiuto da parte delle istituzioni per permettere alle imprese vivaistiche di restare sui mercati. L’eccessiva burocrazia, la mancanza di strategie a livello nazionale e locale e la lentezza da parte delle Istituzioni nel seguire le problematiche che il settore ha in Italia e sui mercati internazionali per un settore storico che dà occupazione e che rappresenta un fattore di distinzione per l’agricoltura toscana. Il Distretto sta dialogando con la politica locale e regionale per ottenere cambiamenti utili all’uscita dalla crisi e allo sviluppo delle attività produttive.
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Un ringraziamento a Francesco Mati, un Presidente di Distretto che crede nella ricerca e nell’innovazione.