I guess I've found it Opinioni

Il primo di aprile è caratterizzato, come tutti sanno, dal pesce d’aprile. Un giorno di scherzi e bufale a profusione. Un tempo legato solo a scherzi tra amici, ora invece si è trasformato in un fenomeno generale a cui partecipano tutti. Vi siete accorti di quanti siti di news hanno celebrato il primo d’aprile inventando notizie assurde e facendole girare in rete? In alcuni casi anche molto, ma molto divertenti (il che non guasta mai) in molti altri, cavalcando il verosimile, notizie molto curiose e finemente ironiche. Se siete stati attenti e avete anche guardato i commenti che ricevevano queste notizie, vi sarete spaventati almeno un po’. Commenti di chi, senza accorgersi dell’ironia dell’articolo, inveiva contro tutti e tutto perchè le cose fanno schifo e via dicendo.

Vi starete chiedendo cosa c’entra questo con l’agricoltura e quindi con questo blog. Ora provo a dirvelo.

Sapendo del pesce d’aprile, il mio approccio ai siti di informazione è stato diverso dal solito: più compassato, più interessato, meno formale, meno ingordo e più riflessivo. Insomma una lettura e una ricerca con senso critico, senza bersi tutto solo perchè è scritto su internet. E’ curioso, ma il pesce d’aprile ha creato una specie di anticorpi verso le bufale o comunque verso la disinformazione. Sappiamo tutti benissimo quanto il nostro mondo, agricolo/alimentare, sia invaso da notizie parziali, false, inventate. Spesso queste notizie fanno anche pensiero nella società, fanno cultura. Ma grazie al pesce d’aprile si è inserita una novità. Non un bieco non fidarsi di nulla, ma una capacità e voglia di discernere gli scherzi dalla verità, le cose parziali dalla reale complessità dei problemi e dei vari argomenti. Questo però ha solo un modo per poter attecchire sempre (non solo il primo d’aprile): una passione per la verità più che per le proprie idee. Senza questo il credere o meno alle notizie è dato da quanto l’informazione si avvicina a ciò che si pensa. E ciò porta molto lontano dalla verità. Non è question di intelligenza o di istruzione, ma di posizione umana rispetto al mondo. Se ne sente il bisogno come l’aria. Internet è la più grande banca di informazioni, ma anche (aiutato da facebook) la più grande banca di disinformazione. Qualcuno forse pensa che dovrebbe cambiare il giornalismo, vero, ma è inutile aspettare che facciano sempre tutto gli altri lavandosene le mani, visto che l’arma più importante è nelle nostre mani.

Senza gli anticorpi del primo d’aprile, non si va da nessuna parte, sia in agricoltura sia in politica, in ogni ambito.


“Una volta nella vita avrai bisogno di un dottore, di un avvocato, di un poliziotto e di un prete, ma ogni giorno, tre volte al giorno hai bisogno di un agricoltore”

Ho 27 anni e vivo Bergamo. Gli studi (scienze agrarie, specializzazione zootecnia) mi hanno permesso di appassionarmi a molti aspetti dell’agricoltura vista la sua complessità (che è soprattutto la sua bellezza e la sua fonte di fascino). Ognuno di questi ha la necessità di essere trattato con rigore, intelligenza e completezza. Perciò ho trovato nel procedere scientifico il metodo più adeguato all’esigenza di vero che ho. Sono interessato per questo ad indagare tutto ciò che fa notizia e che spesso viene travisato o storpiato nel sentire comune, sia che abbia a che fare con l’alimentazione umana (da un punto di vista normativo o qualitativo) sia che abbia a che fare direttamente con la zootecnia. 

Negli studi e nella tesi mi sono dedicato allo studio e all’approfondimento della gestione tecnico-economica delle stalle di vacche da latte.

Ora sono nel mondo del lavoro, lavoro per una delle aziende mangimistiche più importanti nel panorama italiano, e vivo quindi a stretto contatto con le stalle da latte.

Mi potete trovare anche su Twitter (@Pesentiandre) su Facebook e su Linkedin.

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