Contro i mulini a vento Opinioni

Agosto, tempo di lettini e di ombrelloni. E sopra o sotto di essi, tempo di discussioni su temi vari, ricordo i più gettonati: curve&C., politica, calciomercato, meteo (“colpa dei cambiamenti climatici!”), cucina, ecc. Ed è proprio da quest’ultima che poi si finisce a parlare di prodotti tipici e di agricoltura.

Spesso le discussioni iniziano da “hai visto in tv ieri sera…?”. Le serate televisive sono sempre ricche di servizi, interviste e approfondimenti sugli argomenti più interessanti per il volgo. Se si parla di medicina c’è un medico, se il tema è la giustizia si chiede a un giurista, nel caso dell’economia a un economista e così via. Ma quando si parla di agricoltura i vari esperti interpellati nella gran parte dei casi sono ambientalisti, cuochi, esponenti di associazioni varie, santoni di strampalate teorie, blogger ecc.

Farei due considerazioni: la prima, la più ovvia, è che a parlare di agricoltura non sia mai un vero esperto di agricoltura (segnalo ai media che esiste la categoria degli agronomi, ad esempio, con relativo albo professionale). La seconda, più grave e conseguenza della prima, è che la visione dell’agricoltura che viene comunicata da questi “esperti” è a tratti bucolica e a tratti idealistica (o più spesso ideologica), ma è sempre ben lungi dall’essere una visione realistica supportata da numeri e ricerca. Grave perché questa è la percezione del mondo agricolo che passa alla popolazione, ed è completamente diversa dalla realtà.

Prendiamo come esempio l’accanimento contro il glifosate, che ultimamente la fa da padrona (insieme a Xylella, agricoltura biologica e ai sempreverdi OGM) tra i temi agro-televisivi. Non so da dove sia partita la questione (magari qualche opinione al solito travisata e ingigantita?), ma mi sembra chiaro il suo sviluppo: si è entrati in un circolo vizioso in cui le voci disinformate, che si esprimono a slogan, si accavallano e si auto-avallano, facendo in modo che nessuno riesca più a scalfire questo meccanismo. E non si parla d’altro, pare che il glifosate sia il male assoluto. Si parla solo di lui quasi fosse l’unico erbicida disponibile, nonostante sia solo uno dei tanti, e neanche il più pericoloso per la salute umana.

Ed ecco che, al formarsi del mainstream, si forma un esercito di ben 32 associazioni (di cui solo poche sono legate all’agricoltura) con lo scopo di rafforzare la battaglia e alzare i toni della lotta. La stessa Unione Europea, che a differenza delle associazioni deve prendere decisioni, si dimostra sempre più titubante, quasi dovesse tenere in considerazione altre opinioni oltre a quelle scientifiche (in particolare quella della sua autorità, l’EFSA). E questo è gravissimo.

Come per gli OGM, adesso anche per il glifosate ci si trova davanti a dei castelli di pressapochismo, anti-scientificità e ignoranza contro i quali chi vuole esprimere le ragioni della scienza si trova a battagliare. Un po’ come Don Chisciotte contro i mulini a vento…


Paolo Grossi

“Scienza, tecnica e ragione per un’agricoltura al servizio dell’umanità”

Sono laureato in Produzioni animali all’Università Cattolica di Piacenza, dove mi sono anche dottorato nel 2012. Sono rimasto in università fino a febbraio 2015, dove ho collaborato con il prof. Bertoni a un progetto di sviluppo agricolo nei paesi in via di sviluppo legato a EXPO2015. Da marzo 2015 lavoro per un’azienda che produce e commercializza prodotti per la zootecnia e l’agricoltura. Sono interessato al mondo agricolo a 360°, ma in particolare alla zootecnia da latte, alle nuove tecnologie e ai prodotti tipici (sono anche assaggiatore di formaggi ONAF). Dell’agricoltura in generale mi piace il fine, il fatto che i suoi prodotti siano la necessità principale di tutti (alimentazione). Più nello specifico, il lavoro con gli animali è certamente uno dei lavori più appaganti, proprio perché si ha a che fare con esseri viventi e non con macchine. Ed è molto bello vedere la passione e la dedizione che gli allevatori mettono nel loro lavoro nonostante le mille difficoltà. Dispiace invece vedere che la maggior parte dell’opinione pubblica non riconosca questi aspetti, e che anzi veda gli allevatori quasi come dei torturatori. Conosco l’Accademia dei Georgofili e la seguo da tempo; condivido sempre le sue autorevoli opinioni. Ricordo in particolare con molto piacere la prolusione in tema politica agricola comunitaria che l’accademico prof. Luigi Costato ha tenuto durante la cerimonia di proclamazione del mio dottorato di ricerca. Partecipo al blog dei Georgofili perché certamente incontri di vario genere e a vario livello e in varie forme sono importantissimi per informare e portare attenzione all’agricoltura. Spesso i giovani sono all’oscuro di che cosa sia realmente l’agricoltura, ne hanno solo un’idea approssimativa, e magari “bucolica” data dal pensiero che va per la maggiore. L’autorità, l’imparzialità ed il rigore scientifico che contraddistinguono l’Accademia dei Georgofili possono sicuramente fare molto in questa direzione.

Commenti

  1. Paolo Grossi Bernardo Giannozzi Dice: agosto 30, 2016 at 7:12 am

    Ciao Paolo, ti ringrazio e condivido a pieno le tue parole, sopratutto le prime righe sulle insopportabili sentenze, che presunti esperti lanciano sul “territorio agricolo”. purtroppo il nostro mondo è circondato da un alone di ignoranza, reso tale e più forte da i continui inserimenti in agricoltura di persone che con essa hanno ben poco a che fare; non ho problemi a dire che, noi giovani abbiamo spesso una concezione molto utopica della sostenibilità agricola e sicuramente alimentiamo questo muro di ignoranza che ormai ci circonda. Sembriamo avere la soluzione a tutto e la ragione in bocca, quando persone molto più preparate di noi hanno speso tempo e lavoro nel cercare di capire e non per forza cambiare.
    Con queste parole responsabilizzo non solo giovani, inesperti o persone totalmente fuori luogo che fanno parte del nostro settore; ovviamente, le da te sopracitate, ambientalisti, cuochi, esponenti di associazioni varie, santoni di strampalate teorie, blogger ecc.
    Insomma guardiamoci anche attorno, perchè l’ignoranza è ormai dentro il settore.
    Vi lascio un link utile di Confagricoltura che spiega come smaltire i prodotti a base glifosate:

    http://www.confagricoltura.it/ita/press-room_anno-2016/agosto-2/glifosate-confagricoltura-la-revoca-dell-utilizzo-di-alcuni-prodotti-deve-consentire-lo-smaltimento-corretto-delle-scorte.php

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