Astronomia e agricoltura, conoscere il cielo per capire la terra Agricoltura

Il momento più importante dell’esistenza umana riguarda sicuramente un preciso istante, ovvero l’attimo in cui l’uomo ha sollevato il capo e ha ammirato per la prima volta il cielo stellato, un mare blu scuro trapuntato di lucine sparse galleggianti, da quella notte è nato un solido legame tra noi e quelle sfere di fuoco così lontane.

Quando si parla del rapporto tra agricoltura ed astronomia, vengono in mente le pratiche di semina e di potatura correlate alla luna nuova o crescente e del trapianto con luna calante, regole ancora oggi seguite rigidamente dai nostri nonni, ma in realtà il rapporto agricoltura-astronomia, da un punto di vista scientifico, è molto più antico e complesso di quanto si possa immaginare.

Con la nascita dell’agricoltura (circa 10 mila anni fa) l’uomo capì che necessitava di uno strumento che gli permettesse di conoscere i periodi giusti per la semina ed il raccolto, a tal fine era essenziale un calendario, che indicasse  le stagioni, i mesi ed i giorni, uno strumento che potesse essere letto e interpretato da tutti in ogni momento della giornata.

E fu così, che nella volta celeste, in quel caos di puntini luminosi, l’uomo mise un suo ordine apparente, determinando le costellazioni, assegnando nomi alle stelle e scoprendo che il ciclo della vita seguitava quello siderale, da qui la scoperta che il sorgere di alcuni astri, rappresentava un evento naturale, collegato al clima terrestre, andando quindi a determinare le stagioni che scandivano le pratiche sociali, in particolar modo, quelle agrarie.

Il fatto di avere uno strumento estraneo “all’usura del tempo” portò l’uomo ad utilizzare il cielo come mappa, in particolar modo per avere una guida che non mutasse mai, per questo motivo lo studio astronomico permise il primo progresso tecnologico nella logistica, facilitando l’organizzazione di grandi tratte commerciali od esplorative sia marine che terrestri.

Ma cosa hanno a che fare le stelle con l’agricoltura?

Ebbene, le costellazioni o nello specifico alcuni gruppi di stelle, venivano utilizzate come punto di riferimento, dovuto al fatto che apparivano nel momento in cui la terra si trovava in determinate posizioni sulla sua orbita durante il moto di rivoluzione, “indicando” all’uomo il momento giusto per eseguire le lavorazioni agricole, o anticipando le intemperie climatiche o eventi legati all’ambiente terrestre.

Nel testo a seguire, troverete degli esempi inerenti ai periodi climatici e alle posizioni astrali, utilizzati dai tre popoli più conosciuti al mondo ovvero Egizi, Greci e Romani, ma attenzione: questi dati non hanno valore oggigiorno, in quanto il cielo è diverso rispetto a quello che gli antichi osservavano, dovuto alla precessione degli equinozi. Per tanto, per seguitare un nuovo modello aggiornato, bisognerebbe annullare il lag (differenza) presente nelle misurazioni attuali.

 

Egizi

IMG_20200809_230801Nell’antico Egitto, i sacerdoti dovevano essere in grado di calcolare con precisione l’arrivo delle piene del Nilo che, grazie al limo depositato sui terreni adiacenti al corso del fiume, portavano fertilità nei suoli sabbiosi, ma che allo stesso tempo, portavano fattori distruttivi dovuti alle esondazioni violente e deterioranti che esse causavano.
Occorreva perciò prevederle per mettere in moto la macchina logistica, che permettesse in tempo lo spostamento delle greggi, lo svuotamento dei depositi nelle strutture basse e quindi la sistemazione dei cereali nei silos più alti in modo da evitare il contatto con l’acqua, l’evacuazione delle persone che dimoravano nei pressi del fiume ed il trasloco delle proprietà sulle alture circostanti.

Il segnale della piena del Nilo veniva calcolato circa un mese prima dell’alluvione, quando le tre stelle della cintura di Orione sorgevano insieme al sole; quando si verificava la levata eliaca di Sothis (che noi oggi chiamiamo Sirio, la stella più luminosa del cielo), quando cioè Sirio sorgeva insieme con il sole, allora era arrivato il momento dell’alluvione, la quale capitava all’incirca verso la fine di luglio.

 

 

Greci

Uno dei tanti esempi curiosi della cultura ellenica è sicuramente quello della stella epsilon virginis, anche chiamata Vindemiatrix (vendemmiatrice) dovuta al fatto che nel cielo di Atene del 500 a.C. sorgeva all’alba dell’otto Settembre, indicativamente, nel tempo più favorevole alla vendemmia.

Ammasso-delle-Pleiadi

Ammasso delle Pleiadi nella costellazione del Toro

Per quanto riguarda la letteratura, non possiamo che citare uno testi più conosciuti, in cui vengono riportati consigli sull’aratura e  sulla mietitura utilizzando le Pleiadi come indicazioni astrali, ovvero Le opere e i giorni di Esiodo, il quale scrive:

“Quando le Plèiadi, figlie d’Atlante, si levano in cielo,
tempo è di mietere; quando tramontano, è tempo d’arare.
Esse quaranta giorni rimangono ascose, e quaranta
notti; e di nuovo, poi, volgendosi il giro dell’anno,
quando si arrotan le falci, ritornano, e brillano in cielo.
[…] Quando le Plèiadi poi, le Íadi, e il forte Orïone
scendono in mare, ricorda che quella è stagione d’arare.
Bene pei campi cosí sistemato sarà tutto l’anno.”

Le Pleiadi (chiamate anche le 7 sorelle) sono un gruppo di stelle della costellazione del Toro, le quali sorgendo, indicavano l’inizio dell’estate e con il loro tramonto, l’inizio dell’inverno; la costellazione dell’Ariete invece, determinava il periodo di semina delle coltivazioni autunno-vernine, mentre la costellazione del Cane Maggiore veniva osservata per conoscere anticipatamente il  periodo della Canicola, ovvero un caldo afoso che avrebbe potuto seccare i raccolti, il quale secondo il catasterismo di Icario e Erigone citato da Iginio, venivano fatti dei sacrifici per scongiurare 40 giorni di vento dopo la sua prima levata notturna.

Romani

Uno dei lasciti più importanti della cultura latina riguarda sicuramente le Georgiche di Virgilio, un compendio sulla agricoltura ed i processi naturali osservati in epoca romana.

Nell’opera si può osservare come Virgilio metta in guardia l’agricoltore nel seminare il grano nel periodo corretto, oppure consiglia agli apicoltori il tempo più favorevole per raccogliere il miele, sempre secondo il calendario siderale da esso riportato:

330.Quando la notte pareggiando al giorno
La bilancia autunnal divide al mondo
L’ombra e la luce con egual misura,
Allor i buoi d’affaticare è tempo,
Ed il biond’orzo seminar sui campi
Fino ai confin de l’intrattabil verno,
Tempo allor è di por sotterra il lino,
E il cereal papavero, e a l’aratro
Non perdonar, finchè il terreno asciutto,
E la sospesa in ciel pioggia il permette.
Di Primavera, allor che il Tauro sorge
L’anno ad aprir co le dorate corna,

E in compagnia del sol sirio tramonta,
Si seminan le fave, e il pingue solco
Accoglie in sen la medica trifoglia,
E l’annua sua cultura il miglio chiede.
Ma se al frumento e al vigoroso farro
Il suol prepari, e di spigosa messe
Solo ti cale, de le sette aspetta
Figlie d’Atlante il mattutin tramonto,
E che dinanzi al sol nascente sfugga
D’Arïanna la lucida corona,
Pria che de l’anno le speranze, e il vano
Seme a la terra non disposta affidi.
Molti che pria del tramontar di Maia
Vollero cominciar, con vôte spiche
Poscia deluse l’aspettata messe.
Chè se il vile fagiuol, se l’umil veccia,
E seminar la pelusiaca lente
Tu non isdegni, non oscuro e certo
Dal cader di Boote indizio avrai
Del quando il deggia; allor comincia, e l’opra
Prolunga pure a la metà del verno. 

Agricoltura e cielo nel ventunesimo secolo

E se migliaia di anni fa si osservavano gli astri che scandivano il tempo naturale, fatto di riti propiziatori, di divinazioni celestiali e di canoni naturali, al giorno d’oggi l’agricoltore guarda ancora il cielo e non cerca più sfere di fuoco ma bensì le nuove “stelle” di latta: i satelliti.

Oggi i satelliti (riuniti comunque in costellazioni satellitari) hanno sostituito le stelle, assumendo una grande importanza nell’agricoltura moderna, tramite le loro immagini infatti, è possibile sapere in anticipo i cambiamenti agro meteorologici, avere una maggiore accuratezza nelle lavorazioni agricole meccanizzate, e soprattutto favoriscono uno scambio di dati rapidissimo, permettendo quindi, in ogni istante, di pianificare le attività sulla base delle informazioni ricevute.

I satelliti hanno migliorato tantissimo la qualità della vita umana, pensiamo ad esempio ai dati che riceviamo sul clima ed alle attività di prevenzione delle calamità naturali come ad esempio la previsione di uragani, piogge torrenziali, forti venti, siccità, precipitazioni varie ecc.

La conoscenza dei modelli climatici e delle mappe satellitari, ha permesso un miglioramento notevole nell’agricoltura di precisione, uno dei tanti esempi concreti dell’’utilizzo dei satelliti, riguarda sicuramente quello del GPS (Global Position System) un sistema che permette di sapere con precisione accurata la propria posizione sia in latitudine che in altitudine; questo ha portato allo sviluppo dell’agricoltura di precisione , le quale, grazie anche alle mappe di prescrizione, ha determinato grossi vantaggi sia per quanto riguarda le spese aziendali sia per l’aumento della sostenibilità ambientale agrosistema.

 

Nonostante la tecnologia ed il progresso scientifico abbiano aumentato il benessere umano, ancora oggi, cosi come migliaia di anni fa, l’uomo continua ad alzare la testa per conoscere il proprio domani, nella costante ricerca di informazioni e risposte ai propri quesiti, nella sempiterna osservazione ancestrale che nemmeno in futuro interromperemo, la quale sicuramente, non smetterà mai di stupirci.articolo_asi_spazio


Mi chiamo Gaetano Piras, classe 1995, sono diplomato all’Istituto Tecnico Agrario “N. Pellegrini” di Sassari, e ora sono laureando in Scienze e Tecnologie Agrarie, presso il Dipartimento di Agraria dell’Università degli Studi di Sassari.

Sono stato eletto per ben due mandati presidente della ASA Sassari (Associazione degli Studenti di Agraria), sede locale della IAAS (International Association of students in Agricultural and related Science).

Durante il mio mandato ho potuto organizzare convegni sulle diverse tematiche dell’agricoltura, accrescendo sempre più la volontà di divulgare l’ambiente scientifico agrario anche ai non adepti al settore.

Nell’anno 2019-2020 sono stato eletto vicepresidente nazionale della IAAS Italia

Gestisco insieme alla mia famiglia una azienda zootecnica.

Mi piace viaggiare e conoscere le diverse realtà legate al mondo dell’agri-food locale, sin da piccolo ho avuto diverse passioni tra cui quella per la storia classica e per l’agricoltura.

I miei campi di interesse sono:

Agricoltura 4.0

Agri-food

Zootecnia

Economia e impresa

Geo-Politica agraria

Energetica

Meccanizzazione

Sviluppo della società rurale

Storia dell’agricoltura

Agricoltura nelle scienze umanistiche

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