
Qualche tempo fa mi trovavo ad Expo, presso il padiglione Slow Food ed ho assistito ad un’interessante conferenza a cura dell’Associazione Allevamento Etico.
Ancora la “bomba” delle dichiarazioni dell’OMS sulle conseguenze dell’abuso di carne rossa e insaccati non era scoppiata ed il conseguente vaso di pandora non era stato scoperchiato.
Fino a qualche mese fa veramente credevamo che pompare gli animali con antibiotici e farcire gli insaccati di qualsiasi schifezza chimica fosse salutare?
La risposta tendenzialmente e’ si, pochi si preoccupavano del fatto che il trattamento riservato dalla maggior parte degli allevatori ai loro capi da carne potesse in qualche modo danneggiare la salute del consumatore.
Allevamento Etico invece era avanti, e’ avanti e merita di essere supportato perche’ e’ chiaro che molte pratiche proprie degli allevamenti intensivi non sono piu’ sostenibili sia dal punto di vista etico che dal punto di vista salutistico.
Avveleniamo gli animali che mangiamo e poi ci sorprendiamo se ci ammaliamo, sembra assurdo ma e’ la pura e semplice verita’, come e’ vero che non abbiamo bisogno di mangiare carne rossa tutti i giorni, io per esempio e’ un mese che non ne sto mangiando e godo di ottima salute.
Quello che mangiamo si trasforma in quello che siamo, e quello che siamo e’ quello che mangiamo, per questo motivo credo che ognuno di noi debba preoccuparsi un po’ di piu’ del proprio nutrimento quotidiano.
Molte volte la gente ignora che ci siano alternative al sistema alimentare “di massa”, rimuove il problema sentenziando con banalita’ del tipo “oramai e’ tutto cosi'” o “hanno messo il veleno in tutto, tanto vale non farsi problemi”. Stupidaggini.
Le alternative per fortuna esistono, magari costano un po’ di piu’ e non sono proprio sotto casa, ma sono presenti e disponibili, come in questo caso Barbara, membro dell’Associazione Allevamento Etico, che ho intervistato via email.
Com’è nata l’associazione Allevamento Etico, e che obiettivi si
prefigge?
L’associazione e il progetto Allevamento Etico sono nati per supportare
aziende che adottano alti standard di benessere animale e sostenibilità
ambientale dell’azienda e per dare modo ai consumatori attenti a queste
tematiche di conoscere aziende che producono secondo i loro valori, per
poterle considerare come alternativa di mercato. Poi trattando questi temi
facciamo informazione sia verso i consumatori che verso gli allevatori, ai
quali diamo modo di creare una rete che si confronta su tematiche comuni e
cerchiamo di far circolare informazioni relative alle buone pratiche in
allevamento che possano servire come spunto per migliorarsi.
Allevamento Etico fa bene solo alla coscienza, o anche salute e qualità
organolettiche ci guadagnano?
Indubbiamente anche alla salute e alla qualità organolettica. Animali che
vivono in condizioni di benessere si ammalano meno, e quindi necessitano
di meno cure e farmaci, questo aiuta nel fenomeno della farmacoresistenza.
Per quanto riguarda le proprietà organolettiche diversi studi dimostrano
come un’alimentazione corretta e il pascolamento possano dare come
risultato dei prodotti con un profilo nutrizionale più ricco.
L’agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cantro ha inserito le carni
rosse lavorate nella categoria A1 (cancerogeni certi), e le carni rosse in
genere nella categoria A2 (cancerogeni probabili), cosa ne pensi riguardo
questa decisione? Secondo te è una notizia che porterà dei benefici o dei
svantaggi a chi pratica allevamento etico?
Queste decisioni sono state prese sulla base di alcune ricerche
scientifiche, quindi sono attendibili, ma bisogna considerare che la
maggior parte dei prodotti di origine animale che troviamo sul mercato
provengono da allevamenti industriali e sono processati industrialmente.
Senza condannare la standardizzazione industriale sono convinta che “come
è prodotto” un alimento (dall’allevamento all’arrivo nel nostro stomaco)
sia un fattore chiave in questo dibattito insieme alla soparcitata
quantità assunta. In questo senso penso che gli allevatori che praticano
un allevamento di tipo etico non avranno di che preoccuparsi rispetto a
questa notizia, ma al limite potranno ricevere una maggiore richiesta dei
loro prodotti. Spero ad ogni modo che questa decisione possa essere uno
stimolo per il mercato complessivo che possa migliorare sulle tematiche
del benessere animale che è spesso alla base di produzioni più salutari.
Cosa ti piace, e cosa detesti del cibarsi di carne?
Come potrete immaginare date le tematiche che sollevo mangio carne in modo
molto contenuto, quando la mangio sono consapevole che un animale è morto
per me e quindi cerco di esserne cosciente, di considerare questo aspetto
ed essergli grata, non avanzo niente e assaporo ogni boccone perché lo
considero un cibo molto prezioso (al di là del suo valore economico), sia
in termici etici che ambientali. Penso che questo atteggiamento dovrebbe
essere riservato a qualsiasi ingrediente a dire il vero, ma i nostri stili
di vita e la rielaborazione del cibo spesso ci rendono difficile capire il
significato (etico, filosofico, culturale e ambientale) che sta dietro ciò
di cui ci cibiamo.
