Aflatossine: i primi risultati delle prove in campo del progetto Gira Agricoltura

Presentati i dati della sperimentazione del Pif (Progetto Integrato di Filiera) attivato in lucchesia per ridurre il rischio di micotossine nella filiera agrozootecnica, che ha mostrato una significativa riduzione dello sviluppo di ceppi tossigeni di Aspergillus flavus in colture trattate con Af-X1

Le micotossine, queste sconosciute… fin’ora! Le micotossine sono dei composti metabolici prodotti da diversi tipi di funghi, appartenenti principalmente ai generi AspergillusPenicillium Fusarium, che possono potenzialmente essere molto pericolose per la salute degli animali e dell’uomo. In particolari condizioni ambientali, quando la temperatura e l’umidità sono favorevoli, questi funghi proliferano e possono produrre micotossine. Generalmente entrano nella filiera alimentare attraverso colture contaminate destinate alla produzione di alimenti e mangimi, principalmente di cereali.

La presenza di micotossine negli alimenti e nei mangimi può essere nociva per la salute umana e degli animali poiché può causare effetti avversi di vario tipo, nonché portare disturbi a livello estrogenico, gastrointestinale e renale. Alcune micotossine sono inoltre immunosoppressive e riducono la resistenza alle malattie infettive.

La normativa dell’UE tutela i consumatori:

  • fissando i livelli massimi di micotossine in alimenti e mangimi per garantire che non siano nocivi per la salute umana o degli animali;
  • mantenendo i tenori di micotossina al livello più basso ragionevolmente conseguibile, seguendo le buone pratiche raccomandate in materia di agricoltura, stoccaggio e lavorazione.

I tenori massimi di micotossine e di altri contaminanti negli alimenti sono stabiliti nel regolamento (CE) n. 1881/2006 e successive modifiche. Le disposizioni relative ai metodi di campionamento e di analisi per il controllo ufficiale dei tenori di micotossine sono state introdotte con il regolamento (CE) n. 401/2006.

La direttiva 2002/32/CE stabilisce i livelli massimi di contaminanti, comprese le micotossine, consentiti nei mangimi. Alla luce delle forti variazioni osservate nell’occorrenza di tali micotossine da un anno all’altro e del passaggio limitato delle Fusarium-tossine e dell’ocratossina A dagli alimenti ai mangimi, nella raccomandazione 2006/576/CE è stato adottato un approccio in due tempi per tali micotossine.

Ne consegue che il mondo dell’agricoltura richiede a gran voce delle metodologie, tecniche e tecnologie per ridurre le contaminazioni da micotossine nei prodotti agroalimentari. Abbiamo già parlato del Pif GIRA per la Piana Lucchese e del progetto di cooperazione GIRA – Gestione Integrata Rischio Aflatossine negli scorsi articoli. Adesso, con i primi risultati delle prove sperimentali, vediamo un metodo innovativo (biologico) nel contrasto di questi importanti contaminanti.

Arrivano i primi risultati del Pif Gira per la piana lucchese, il progetto integrato di filiera presentato a giugno dal Comune di Capannori, che si propone di ridurre il rischio di aflatossine e di certificare la qualità dei prodotti zootecnici lucchesi.

Il progetto prevede la sperimentazione di due metodi: la lotta in campo all’Aspergillus flavus, uno dei principali funghi responsabili della contaminazione da aflatossine e l’uso dell’ozono per preservare o sanificare i prodottidalla contaminazione con un impianto pilota da usare a livello aziendale.

Ora il comune di Capannori rende noti i primi risultati relativi alla sperimentazione di campo, basata sul controllo di Aspergillus flavus con AF-X1, un ceppo di Apergillus che non produce tossine, selezionato dall’università cattolica di Piacenza e commercializzato da Dupont Pioneer, che si comporta da antagonista degli altri ceppi fungini impedendone lo sviluppo.

AF-X1 è un prodotto a base di un fungo già presente in natura e che si è dimostrato non pericoloso per la fauna spontanea inclusi gli uccelli mammiferi ed api.

Prodotti simili a base di ceppi atossigeni, come Aflaguard® o Aflasafe sono già usati in altri paesi come gli Stati Uniti e la Nigeria, distribuendoli sulla coltura tra l’inizio della levata (stadio 8-10 foglie) fino all’emissione del pennacchio in modo da diffondere nell’ambiente colturale i ceppi fungini antagonisti e limitare così l’accumulo delle aflatossine.

In Italia le prove in vitro effettuate dall’università cattolica di Piacenza con AF-X1 hanno mostrato una riduzione di accumulo di aflatossine tra l’85% e il 93%, mentre le prove di campo hanno fatto registrare una riduzione della contaminazione tra l’80% e il 92%.

Prove che sono state presentate anche a Capannori nell’ambito del progetto Gira a inizio dicembre in un incontro rivolto a tecnici e agricoltori in cui è stata invitata la prof.ssa Paola Battilani, docente in Difesa delle derrate alimentari presso l’università cattolica di Piacenza e autore del brevetto relativo al prodotto biologico AF-X1.

Per le prove in campo del Pif Gira, i primi risultati sono stati riportati dal professor Giovanni Vannacci, dell’università di Pisa responsabile delle prove di valutazione del sistema di gestione del rischio fitosanitario del progetto.

“Nel corso degli ultimi anni – ha detto Vannacci – sono state sviluppate diverse strategie per il contenimento delle micotossine durante il ciclo colturale del mais. In particolar modo, sono stati fatti importanti progressi nel controllo biologico dei funghi che le producono”.

“La strategia di controllo biologico da noi testata – ha spiegato il professore – è basata sull’applicazione in pieno campo di popolazioni atossigene di Aspergillus flavus che possono andare a sostituire, attraverso competizione specifica, le popolazioni di Aspergillus flavus tossigene. In ecologia si parla di occupazione della nicchia ecologica da parte del competitore”.

Nello specifico sono state condotte due prove in campo con mais ibrido con classi Fao differenti (400 e 600) nella piana Pisana e in lucchesia nel comune di Capannori.

Due appezzamenti di terreno, ognuno seminato con classi differenti, sono stati trattati con AF-X1 alla dose di 25 kg a ettaro. Altri due appezzamenti , seminati con gli stessi mais, non sono stati trattati per poter così valutare l’efficacia del trattamento.

I risultati emersi sono molto positivi e incoraggianti, come ha sottolineato il professor Vannacci. Le popolazioni di Aspergillus flavus tossigeno erano infatti molto meno elevate nel mais proveniente dai terreni trattati con AF-X1 rispetto a quello raccolto sui terreni non trattati.

Circa l’80% di tutta la granella raccolta, sia dagli appezzamenti trattati che da quelli non trattati, era infetta da Aspergillus flavus, ma nelle prove trattate più del 99% delle popolazioni di Aspergillus risultavano atossigene.

Al contrario nella granella proveniente dalle parcelle non trattate sono state osservate elevate popolazioni di ceppi tossigeni.

Risultati questi che, come ha commentato Vannacci, confermano la validità del trattamento AF-X1 per il contenimento di Aspergillus flavus con ottime prospettive per un importante abbattimento delle concentrazioni in micotossine nel mais.

https://fitogest.imagelinenetwork.com/it/news/2017/12/18/aflatossine-i-primi-risultati-delle-prove-in-campo-del-progetto-gira/56856?utm_source=notifiche&utm_medium=email&utm_campaign=notifica-azienda-100663&utm_content=kANArticolo-56856


Michelangelo Becagli

 “Sappiamo più dei movimenti dei corpi celesti che della terra sotto i nostri piedi” (Leonardo Da Vinci)

 

Dottore Agronomo, i miei interessi vertono fondamentalmente sulle problematiche ambientali degli agroecosistemi, sul mantenimento/incremento della sostanza organica nei suoli e sulla loro preservazione da agenti di disturbo, su progetti di sviluppo rurale e innovazione in ambito agrario.

Abito a Colle di Compito, un piccolo paesino rurale alle pendici lucchesi del monte Serra. Qui coltivo vigna e ulivo per l’autoconsumo e fino a qualche anno fa mi sono cimentato nell’apicoltura e nella lombricoltura con due tirocini universitari.

Mi sono avvicinato al mondo dell’agricoltura prevalentemente per due fattori: l’orientamento studentesco fatto alle scuole medie con la visita all’Istituto Tecnico Agrario di Lucca; e per il territorio in cui vivo: essendo circondato da agricoltura, mi sono sempre più affascinato a questo mondo eccezionale.

Forte animo di naturalista, appassionato di entomologia e zoologia tutta, sono convinto che l’agroecologia e la sensibilizzazione e educazione alimentare e ambientale siano le armi vincenti per affrontare i problemi dell’agricoltura del nostro tempo. D’altra parte, è un mondo di equilibri! E nell’agroecosistema, il gestore di questo equilibrio è proprio l’uomo che, sempre con il dovuto rispetto per l’ecosistema, deve essere bravo nel riuscire a mantenerlo costante.

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